fbpx

Tutti a casa

Italie - Espagne, Fed Cup 2018, © Ray Giubilo

L’Italia non cambia. Possono mancare i vaccini, possono chiudere le aziende, possono fallire tutti, ma lo sport è sacro, non si tocca. Durante il periodo più critico della pandemia, quando tutto il paese si paralizza e i contagi aumentano, nasce un nuovo gioco : Tutti a casa !

Sapientemente incastrato tra calcio e politica, il gioco viaggia veloce e sicuro sulla cresta dell’onda RAI. Riscuote un ampia partecipazione e qualche dovuta infrazione. Le modifiche successive e i numerosi decreti studiati alla luce della trasformazione istituzionale e digitale permettono agli italiani di vincere sempre o quasi, rispettando le regole imposte dal coprifuoco. L’importante questa volta non è arrivare primi sul divano migliore del salotto, ma essere presenti nella rosa dei papabili per attribuirsi il merito della vittoria. Insomma, il gioco premia cittadini e sportivi di ogni tipo disposti ad osservare le nuove regole. Regole che cambiano e consentono di ridistribuire equamente i posti migliori in classifica insieme alle mascherine disponibili.

Piccoli grandi maghi

Mentre a Genova le ragazze osano sfidare il vuoto giocando a tennis sui tetti della città, esplode in tutta Italia il nuovo tennis guidato da Jannik Sinner e Lorenzo Musetti. Un tennis rivisitato, a volte contagioso, fatto di amore e di speranza con qualche inevitabile delusione. Subito il primo risultato con il romano Matteo Berrettini nei quarti di finale di Roland Garros. Per arte e magia consumata, si rialza ancora la terra rossa francese della Porte d’Auteuil con il giovane e talentuoso Musetti. Poi sull’erba magica, un primo set di Berrettini contro Djokovic in finale a Wimbledon.

l’Italia si desta, sorride con Matteo e aspetta col cuore in gola, senza volerci credere troppo. La sera stessa torna in diretta il grande calcio italiano. Italia/Gran Bretagna, finale degli europei nello stadio inglese di Wembley. Il pallone vola e parte subito un attacco fulmineo diretto a sfondare la difesa azzurra. Partita sospesa sul pareggio ed interrotta dalla pubblicità con diciotto milioni di telespettatori su RAI 1 e un’ombra di dubbio che scende in campo, prima leggera e poi sempre più insidiosa. Altri calci di rigore dopo i tempi supplementari. Gli ultimi, decisivi. Si va oltre la mezzanotte Forza ragazzi ! Ma di cosa stiamo parlando, di calcio o di tennis ?

Matteo Berrettini, Wimbledon 2021, © Antoine Couvercelle

Il Bel Paese

Nessuna importanza. Contano i risultati anche se parziali, con molto entusiasmo in testa. Il nostro è un paese di tifosi non di sportivi. Sono pochi quelli che fanno sul serio e si allenano in modo continuativo durante l’anno. Si parla del 35% degli italiani. Una percentuale piuttosto bassa rispetto al resto dell’Europa, e che non riflette appieno l’impegno straordinario degli allenatori e dei giocatori. Spetta alla Federazione Italiana di Tennis (FIT) e calcio (FIGC), decidere sulla ripresa, sull’avvenire del paese e dello sport. La posta in gioco è alta. Si tratta di continuare ad essere bravi e rispettosi degli avversari, a giocare pulito per vincere insieme alla grande, così come riusciamo a farlo qualche volta in casa Italia. Se si parla di tennis, meglio forse con palle nuove questa volta. Con dieci giocatori ai vertici della classifica internazionale possiamo formare una vera squadra. Una squadra imbattibile. Ci siamo quasi e sembra davvero di giocare a pallone. Ma ancora una volta, è tutto da decidere.

Dopo Wimbledon, Berrettini si ritira. Soffre di una lesione alla coscia. Vorrebbe potere vincere su una gamba sola. Magari ce la farebbe pure. Suo malgrado è costretto a rinunciare. Così siamo giunti alle Olimpiadi di Tokyo a fine luglio di quest’anno, incerti e dimezzati ma sempre pronti a rischiare a cavallo di un nuovo gioco ormai popolarissimo: ‘Tutti a casa’! Lo stesso titolo del capolavoro cinematografico di Luigi Comencini che descrive la situazione dell’Italia dopo l’annuncio dell’armistizio dell’8 settembre 1943

Sogno di mezza estate

A Tokyo, dopo qualche fallo di piede, Fognini perde con Medvedev, la Giorgi stecca uno smash e perde a sua volta con Svitolina. L’Italia non si smentisce e il Bel Paese rinuncia alla medaglia. Lo sport, per gli italiani è sempre stato uno dei divertimenti preferiti. Un gioco a rischio. Quello di farci sognare ad occhi aperti. Un modo come un altro per riinventarci ogni giorno che passa. Il tennis è arte. Si tratta di una sfida continua, contro se’stessi e contro gli altri. Il calcio esprime una passione assoluta. Ci unisce per meglio dividerci. Tutto in perfetta sintonia con la grande storia del nostro paese. Risorgimento e Unità d’Italia, guerre d’indipendenza, spedizione dei Mille e presa di Roma.

Camila Giorgio, US Open 2016, © Ray Giubilo Photo Ray Giubilo